

Che il contenuto la faccia da padrone all’interno di una strategia di marketing lo sappiamo tutti da tempo (vero?). Ma è attorno alla declinazione del contenuto che si aprono interi mondi.
D’altronde sul web ci siamo per un motivo: per fare marketing, farci conoscere, aumentare le vendite dei nostri prodotti o servizi, quindi è abbastanza naturale che la gran parte dei contenuti che produciamo (e delle risorse destinate a produrli) debbano contenere richiami più o meno evidenti ai nostri prodotti, alle offerte, alla scontistica, eccetera eccetera.
Piacerebbe a molti (a me no, devo ammetterlo) se fosse ancora così e invece…
E invece.
E invece ci sono tanti e tanti motivi per cui questo metodo non funziona più.
Il primo e più importante è che i social media sono luoghi popolati di persone e che queste persone sono il loro prodotto più importante (in ottica di marketing). E’ quindi fondamentale per i social che i propri utenti vivano al loro interno un’esperienza il più positiva possibile.
Al giorno d’oggi, dopo più di un secolo di pubblicità push le persone si sono ormai assuefatte. Che cos’è la pubblicità push? Un modello di advertising basato sullo spingere in modo continuativo (e a volte anche violento) il messaggio pubblicitario addosso al consumatore, creando volutamente un’interruzione delle attività per far focalizzare ripetutamente l’attenzione sul messaggio e utilizzando la ripetizione continua per farlo penetrare il più possibile.
A tutto questo al giorno d’oggi abbiamo ormai imparato ad assuefarci. Quando va bene, ignoriamo sistematicamente questo tipo di messaggi; più spesso, li percepiamo come invadenti e li eliminiamo – quando possiamo – dal nostro panorama visivo. Di sicuro, associamo un sentimento di fastidio al brand che continua ad interrompere la nostra attività e i nostri interessi con messaggi invadenti, inopportuni e non richiesti.
Questo accade sistematicamente nell’offline come nell’online.
Non bastasse il buon senso, a dirci che questo modello di comunicazione pubblicitaria non funziona più, abbiamo anche recenti autorevoli conferme da parte dei più popolari social network. Non è infatti un caso l’annuncio da parte di Facebook che, a partire da gennaio 2015, i post e i contenuti promozionali avranno molta meno visibilità nel news feed degli utenti.
Ecco cosa ci dice il nostro caro Mark:
Abbiamo analizzato a fondo i dati per capire meglio il significato di questi commenti. Abbiamo scoperto che molti contenuti che le persone ritengono essere troppo promozionali sono post delle Pagine a cui hanno messo “Mi piace”, non inserzioni. (…) Abbiamo deciso di mettere a disposizione delle persone nuovi controlli relativi al numero e ai contenuti dei post promozionali in modo che possano vedere le notizie delle Pagine che preferiscono.Secondo le persone intervistate, ci sono caratteristiche ricorrenti che rendono i post organici troppo promozionali ai loro occhi:
- Post che mirano solo a persuadere le persone a comprare un prodotto o a installare un’applicazione
- Post che invogliano le persone a partecipare a promozioni e a concorsi a premi senza un contesto reale
- Post che riportano gli stessi contenuti delle inserzioni
A partire da gennaio 2015, le persone visualizzeranno meno contenuti di questo tipo nella sezione Notizie. (…)
La cosa in realtà non dovrebbe stupire più di tanto. Facebook è un social network che si fonda sulle relazioni reali tra le persone, sul coinvolgimento, sull’interazione. Dato che le persone iscritte al social sono il suo vero valore (anche e soprattutto economico), rimane fondamentale che queste persone vivano sul social un’esperienza per loro positiva.
D’altronde la pubblicità esiste da ben più di un secolo e il nostro cervello si è ormai abituato a riconoscerla e ad ignorarla.
Inoltre, ognuno di noi è un esperto di acquisti: sappiamo quello che ci serve, sappiamo come lo vogliamo, ed abbiamo richieste ben precise anche in merito a quando e come lo vogliamo. Se creare un bisogno (la base del marketing) al giorno d’oggi è sempre più difficile, è evidente che il focus va spostato su qualcos’altro.
Il messaggio promozionale fine a sé stesso ormai è morto. Quello che vogliono oggi le persone è una STORIA.
La storia che crei attorno a un prodotto, un servizio, o semplicemente attorno alla tua azienda è ciò che fa la differenza; ciò che ti distingue dagli altri, dallo stream di informazioni di cui i tuoi potenziali clienti sono circondati, e – più importante di tutto – dai tuoi competitor.
La storia che racconti è in sostanza ciò che incide maggiormente sulla tua possibilità di convertire.
In un mondo in cui – salvo per poche preziosissime nicchie – devi combattere con una piazza di competitor potenzialmente infinita, un mondo in cui il potenziale acquirente è abituato a ricercare personalmente le informazioni e a confrontarle in autonomia, avendo a disposizione tutti gli strumenti per farlo, qual è il modo per emergere, per farsi notare e risultare differenti dagli altri?
Il livello di coinvolgimento che riesci ad ottenere con le persone, il dialogo che instauri con queste persone, in una parola le emozioni che riesci a far scaturire.
Raccontare una storia di permette di ottenere tutti questi risultati. Ma quale storia? Non una a caso, ma la tua!
La tua storia è quello che ti distingue dagli altri, che ti caratterizza e ti fa emergere. E’ la tua, è unica e inimitabile!
Sfruttarla come strumento di marketing non solo sarà naturale ma sarà la strategia vincente per farti notare in modo unico. Ma a una condizione: che tu lo faccia con onestà. Perché? Per almeno due motivi (secondo me, ma certamente ne possiamo trovare tanti altri):
- nel web le bugie hanno le gambe corte. Inutile esagerare, abbellire, intortare: ci sarà sempre qualcuno che conosce la verità e che la spiattellerà a tutti. Che immagine avrà il tuo brand a quel punto?
- l’onestà paga sempre!
- .La sincerità, la genuinità vengono percepite anche attraverso le parole di un racconto. E pagano sempre. A te può sembrare che la tua storia sia solo una delle tante, che serva abbellirla per renderla interessante, ma non è così. E’ quello che ti rende unico, che ti differenzia dagli altri.
Quindi buttati! (non preoccuparti, cadrai sul morbido)
E se ti serve aiuto per capire come raccontare la tua storia, fammi pure un fischio. Raccontarsi con sincerità e aprirsi al dialogo con chi ti legge è importante, ma va fatto in maniera consapevole. Se vuoi sapere come, sono qui apposta per aiutarti.